Draghi o principesse: dobbiamo scegliere per forza? 

Draghi o principesse: dobbiamo scegliere per forza? 

Da madre di primogenita femmina rischio da sempre di incappare nella sindrome del “volevo fare la ballerina”.

Perché si sa no? Una femminuccia vuole essere due cose: una principessa e/o una ballerina.

E, sia inteso, non penso sia sbagliato in assoluto, purché sia netta la distinzione tra il desiderio di un bambino e l’aspettativa di un adulto.
Ormai la questione bambine fragili e rosa confetto dovrebbe essere superata, eppure incredibilmente siamo ancora qui a parlarne.
Dalle bambine e in generale dalle donne ci si aspetta più pacatezza, più “modi”, persino più pulizia.
Il perché una bambina debba sporcarsi meno di un bambino non ci è dato saperlo.
Le femmine sono materne, coccolano i bambolotti e giocano con le tazzine…

Riflettiamo.

Non sono una mamma che vuole fare l’alternativa per forza, anche perché io incarno tutti i cliché legati alla donna.
Sto ancora cercando una briciola di mascolinità dentro di me. Ma non c’è verso: io sono bionda, parcheggio una Smart a fatica, sono capace di piangere e ridere nello stesso identico momento, mi perdo nel mio stesso quartiere e via dicendo.

Però, c’è un però. La consapevolezza di quella che sono l’ho raggiunta col tempo.

Non sono stata cresciuta a determinate condizioni, anzi.
Ho sempre pensato che la vera rivoluzione nell’educazione dei miei tradizionalissimi genitori, sia stata quella di avermi cresciuto con la convinzione di essere abbastanza intelligente per poter essere chi volevo.
D’altra parte con mia figlia non mi sono neppure posta il problema.
Da sempre io e mio marito abbiamo fatto in modo che si sentisse a proprio agio con la sua fisicità. Dentro l’acqua, sopra un albero, correndo in bicicletta e sbucciandosi le ginocchia.
Allo stesso tempo è una bambina con la lacrima facile ( chissà da chi avrà preso 😁), ha paura dei ladri (?!), degli zombie, da sempre odia dormire sola.

Non ho mai voluto avesse i capelli troppo lunghi per comodità e perché è già un impresa asciugarli così corti. In ogni modo, quando li vorrà far crescere non avrò nulla da ridire.
Ho sempre scelto per lei principalmente abiti comodi. In realtà penso sia stata in pigiama per il primo anno della sua vita, con buona pace di tutti quelli che la volevano solo pizzi e merletti.

Quando ha iniziato a chiedermi gonne e vestitini l’ho accontentata, salvo rendersi conto da sola, di non sopportare la calza maglia e optare per un comodo pantalone con sopra la gonna.
Lei è così, ama i combattimenti corpo a corpo e i super eroi, allo stesso tempo adora truccarsi e ha un’ossessione per le paillettes e i glitter ( che io reputo una piaga al pari di un invasione di cavallette in casa).

È una principessa ma anche un drago, ama il rosa ma ha attraversato anche la fase del nero.
Corre, si sporca, abbraccia gli animali ma poi è capace di piangere al ricordo di un peluche perso o prestato 6 mesi prima. Il risultato è un mix esplosivo, sempre in divenire.

Voglio credere sia giusto mostrare ai propri figli la tavolozza delle opzioni, permettere loro di provare tutti i gusti, di inciampare e cambiare idea.

Il bello viene ora però. Tra qualche anno scriverò: calciatori o ballerini?

Vediamo le sorprese che saprà riservarmi crescere un piccolo uomo.

 

A proposito di draghi: voi lo conoscete Sdentato?

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