Una settimana con il camper in Sicilia Occidentale
Da tempo volevo visitare la Sicilia in maniera itinerante.
Finalmente, dopo 2 anni ci siamo riusciti, scegliendo di visitare la Sicilia Occidentale in camper.
Siamo arrivati in Sicilia percorrendo la rotta Cagliari-Palermo con la compagnia Grimaldi.
La tratta dura 12 ore.
Abbiamo trascorso una settimana di sole, alternato da un piacevole venticello, con temperature massime sui 20 gradi. Quel genere di clima che vorrei tutto l’anno, da felpa leggera e cielo azzurro lucente.
La Sicilia Occidentale in camper è una meta perfetta, aree soste e campeggi aperti già da Aprile e molti tutto l’anno. Inoltre è possibile fermarsi in aree di sosta libera molto tranquille. Direi di fare attenzione soprattutto alle strade che, spesso, non hanno una grande manutenzione e presentano importanti dislivelli.
Siamo sbarcati a Palermo alle 5 del mattino, dopo una notte piuttosto movimentata. Ci siamo subito diretti verso Ovest, facendo una tappa colazione sul lungomare di Mondello, godendo di un’alba meravigliosa che, insieme alle fantastiche brioche, ci ha accolto e ritemprato dalle fatiche del viaggio.
Sicilia Occidentale in camper: prima tappa Tonnara di Scopello
Come prima tappa siamo arrivati alla Tonnara di Scopello, un museo a cielo aperto, testimonianza della grande tradizione della pesca del tonno in Sicilia. Una struttura museale sapientemente ristrutturata in un’ambientazione naturale d’eccezione, con i suoi imponenti faraglioni.
Purtroppo era chiusa, le visite sono su prenotazione e vi consiglio di informarvi prima, per sicurezza
Sosta Camper : Pochi metri prima dell’ingresso a piedi della Tonnara c’è un comodo parcheggio anche per i camper
Grotta di Mangiapane, Custonaci
Questo luogo unico nel suo genere è incredibilmente cinematografico, eppure così reale. Mi ha fatto pensare al corrispettivo di una Petra Siciliana o agli scenari della Cappadocia.
Si tratta di una enorme grotta scavata tra due montagne vicino al paese di Custonaci, in provincia di Trapani.
Abitata fin dal paleolitico e successivamente dalla famiglia Mangiapane fin dopo la seconda guerra mondiale. La famiglia che ha dato i nomi a questo sito, si occupava soprattutto di agricoltura e pesca.
Addentrarsi fisicamente in una frattura della montagna basterebbe la visita.
Tuttavia esiste la possibilità di visitare il museo a cielo aperto, con gli spazi abitativi e le botteghe dei mestieri. La visita sembra quella al villaggio come era un tempo, con tanto di animali come galline, asini e caprette.
La Grotta Mangiapane mescola l’incredibile lavoro della natura con la testimonianza storica e culturale di un’epoca passata.
Lo consiglio vivamente anche per le famiglie con bambini, saranno conquistati da questo spazio.
L’ingresso è ad offerta.
Parcheggio camper:
Accanto al sito c’è un ampio parcheggio libero, per i camper di grandi dimensioni la strada sterrata per arrivare è stretta e a doppio senso, quindi attenzione.
San Vito lo Capo
Proseguiamo per San Vito lo Capo, per un imprevisto non riusciamo a visitare a dovere questo bel borgo sul mare, ma facciamo in tempo a gustare un buon cous cous di mare e ripartire.
San Vito Lo Capo a Settembre ospita proprio il Cous Cous Fest, un evento gastronomico dedicato a questo tipico piatto maghrebino molto diffuso in questa zona della Sicilia.
Qui sento per la prima volta il richiamo dell’estate: scarpe aperte, granite e sale tra i capelli e siamo solo ad Aprile.
Ma l’Aprile in Sicilia è una promessa estiva.
Ci spostiamo per dormire sulla costa di San Vito Lo Capo.
Lo spettacolo di scogliere, falesie e calette incastonate nella roccia con le montagne come sfondo è davvero di impatto
Sosta camper in Sicilia Occidentale:
Abbiamo visto diversi camper in sosta libera in una bellissima piana davanti al mare, nella spiaggia di Baia Santa Margherita, un po’ asfaltata e, per i più dinamici, sul manto erboso.
Avremmo dovuto e voluto dormire qui ma, complice il desiderio di una doccia con phon e di un attacco con la 220 w, siamo andati al vicino campeggio El-Bahira.
Il campeggio è molto bello e attrezzato ma pieno di gente. Col senno del poi, avrei preferito godermi il mare di San Vito in un’atmosfera più selvaggia e meno da villaggio.
Il campeggio ha tutto: piscina, ristorante, tutti i servizi immaginabili e anche un fantastico tramonto sul mare.
Trapani
La mattina facciamo rotta su Trapani.
Se penso a questa città mi viene in mente un colore specifico: l’azzurro.
Una città lucente da visitare a piedi e intorno alle mura. Partendo dalla piazza del mercato del pesce proseguite per una passeggiata a forma di virgola, lungo uno dei balconi sul mare più belli che abbia mai visto, con le casette color pastello da un lato e la spiaggia dall’altro, fino ad arrivare all’antico bastione e proseguendo fino alla Torre di Ligny.
Trapani è portoni azzurri e color sabbia, panni profumati stesi al sole, chiese e piazze e un bel corso da percorrere a piedi.
Sosta camper
Abbiamo parcheggiato nell’ampio parcheggio di Piazza Vittorio Emanuele, poco distante c’è un bel parco, Villa Regina Margherita, immerso nella natura con i giochi per i bambini.
Erice
Da Trapani ci siamo spostati nel parcheggio per prendere la funivia per Erice, abbiamo preferito non salire in vetta a 750 mt con il camper.
Per i bambini, questi spostamenti alternativi, sono sempre entusiasmanti e si può ammirare una visuale panoramica sul golfo di Trapani e sulle Isole Egadi.
In 20 minuti si arriva a un paesino che pare un presepe e forse d’inverno lo diventa davvero.
Stradine lastricate di salite e discese tra chiese, piazze e cortili, rendono la viabilità non proprio comoda per i passeggini.
Passeggiando troverete innumerevoli negozi di souvenir e ceramiche, prodotti tipici e ristorantini con terrazze panoramiche.
Il paese è un piccolo gioiello, da visitare assolutamente il Duomo che si trova nella piazza Matrice che pare fatto all’uncinetto e accanto la Torre Campanaria.
Se avete tempo e polpacci vi consiglio una visita lenta, perché Erice pur essendo un borgo raccolto ha tantissime attrazioni, noi purtroppo siamo stati poco, ma ne è valsa la pena.
Marsala
Ci aspetta la tappa per dormire per cui, dopo Erice, ci siamo spostati verso Marsala.
Era un giorno festivo, il 25 Aprile, ma penso che ogni fine settimana questa zona sia meta di veri e propri pellegrinaggi per lo spettacolo del tramonto.
Esiste un’unica strada stretta che costeggia le Saline, dove si incontrano i vari moli e i locali dove fare un aperitivo.
Moltissimi si dirigono nel locale adiacente le Saline di Ettore e Infersa. Questo complesso penso sia il più scenografico, con il grande mulino ben restaurato che si può visitare e vivere, attraverso diverse esperienze.
Noi, considerando il traffico e la pazienza, ci siamo fermati molto prima, in un bel parcheggio libero su erba davanti all’imbarcadero Arini e Pugliese.
Il tramonto, quello davvero unico a mio avviso, conviene vederlo direttamente sull’ Isola di Mozia che si raggiunge con piccole imbarcazioni o sull’Isola Grande che si raggiunge attraversando una piccola striscia di terra sommersa d’acqua, di altezza variabile.
Se invece come noi, non avete voglia di assecondare la ressa, godetevi una birretta da un molo qualunque, non sarà da meno.
Mi è dispiaciuto non vedere l’ Isola di Mozia che nasconde tanti tesori archeologici, e l’ Isola Grande, che si può visitare in bici e vanta un immenso patrimonio naturalistico e faunistico.
Cretto di Burri
A questo punto abbiamo fatto una deviazione non da poco per un mio desiderio antico.
Volevo da tempo visitare il Cretto di Burri, esempio di land art dell’artista Alberto Burri, che si trova dove un tempo sorgeva il paese di Gibellina Vecchia.
La Storia di Gibellina è quella di un paese completamente distrutto dal terremoto nel 1968 con 1150 morti e moltissimi sfollati.
Gibellina nuova è stata ricostruita poco lontano, ospitando diversi artisti che hanno contribuito con le loro opere alla sua ristrutturazione.
Burri decise invece che avrebbe voluto creare qualcosa sulle macerie di Gibellina Vecchia, come testimonianza di ciò che era accaduto.
Dopo aver armato le macerie ha dunque creato una colata di cemento, utilizzando la tecnica del cretto che, ricorda gli intagli dell’argilla. Burri ha mantenuto la stessa divisione delle strade, come ferite nella pietra, del borgo come era prima del terremoto.
L’effetto è di un bianco accecante intorno ai campi e alla campagna verde, un labirinto di vie o un sudario, come l’hanno definito.
L’opera è stata molto criticata, io ho sentimenti contrastanti a riguardo ma ci tenevo davvero a vederla e mi ha emozionato.
Mazara del Vallo
Arriviamo a Mazara del Vallo poco prima dell’ora di pranzo, parcheggiamo sul lungo mare e decidiamo di andare alla scoperta della Kasbah, la zona più multiculturale e il vero centro storico di Mazara.
L’impianto di viuzze strette riprende gli impianti urbanistici arabi tipici delle medine.
Le stradine sono strette ma non c’è tanto traffico, per cui riusciamo a girare bene in bici questo quartiere, dove sembra davvero di essere in una città del Nord Africa.
La più recente immigrazione Tunisina a Mazara è iniziata infatti dagli anni ’70, rendendo questa città un vero e proprio melting pot culturale. La storia di Mazara è da secoli accompagnata alla cultura Araba, nonostante l’arrivo e le testimonianze del dominio Normanno.
Le moschee si trovano vicino alle chiese e sono numerosi i centri culturali e di aggregazione.
Mazara è costellata di ceramiche, maioliche, teste di Moro e grandi vasi, in un tripudio di colori ma anche pensieri e frasi su cui riflettere. Infatti è evidente un profondo lavoro di integrazione culturale e valorizzazione delle differenze.
Troverete il vicolo del pensiero bambino, con le frasi dei piccoli protagonisti ma anche il vicolo della tolleranza e la Piazza Bagno.
Qui pare che l’Africa sia casa e devo dire che gli odori, i suoni e l’accoglienza delle persone mi fanno sognare di esserci davvero.
I miei bambini sul lungo mare non resistono e fanno il primo bagno, in un’acqua trasparente rovinata dalla grande quantità di rifiuti.
Inutile dire che durante tutto il viaggio, noteremo a malincuore, un problema sistemico di smaltimento rifiuti. Pur essendo presenti delle realtà illuminate, spesso le meraviglie naturali sono deturpate dai rifiuti.
Sosta Camper:
Camping Il Giardino dell’Emiro
Quest’area sosta riassume la storia tramandata da padre in figlio, entrambi camperisti gira mondo.
Mi ha colpito davvero la gentilezza, la grazia e l’amore che hanno per questo lavoro e per l’ospite, considerato sacro.
Si trova a circa 1 km dal centro del paese, i loro servizi sono innumerevoli: navette, brioche e granite la mattina, consigli e soluzioni per ogni esigenza.
P.S: Anche qui, lascio inesaudito un desiderio che avrei voluto realizzare ma non ho avuto tempo: vedere la statua del Satiro Danzante.
Se voi potete, ammiratelo anche per me, dicono sia uno degli esempi più incredibili di statua dinamica che pur ferita, sembra danzare. Io andrei a vedere se è vero.
Selinunte
Rinfrancati dalla notte serena nel giardino dell’Emiro partiamo alla volta del primo complesso archeologico che abbiamo deciso di visitare.
Selinunte risulta il Parco Archeologico più esteso d’ Europa. Per questo è possibile visitarlo attraverso dei transfer elettrici e un trenino, che consiglio per le lunghe distanze e soprattutto per i bambini pigri, tipo i miei.
Fondata verso la metà del VII Secolo A.C, Selinunte rappresenta una delle più imponenti testimonianze della Magna Grecia, fondata dai coloni che sbarcarono in Sicilia dal 700 A.C in poi, distrutta dai Cartaginesi e dai terremoti.
Si tratta davvero di un luogo mistico, dove si può fisicamente entrare in alcuni templi dell’Acropoli completamente ricostruiti, e visitarne altri di diverso genere.
Dopo la visita scendete in spiaggia al Lido Zabbara e se il tempo lo concede, godetevi un bagno al mare e un pranzo di quelli semplici e perfetti al ristorante del Lido.
Qui, con alle spalle le antiche colonne dei templi della civiltà Greca Classica, il mare di fronte, un pranzo con una pasta al nero di seppia, uno spiedino di sardine arrosto e una bottiglia di Grillo ( vino tipico della zona) ghiacciato, la mia vacanza ha raggiunto vette di benessere altissime.
Scala dei Turchi
Decidiamo di dormire e fare tappa alla Scala dei Turchi, poco prima di Agrigento, famosa per l’enorme falesia di marna, una roccia di natura argillosa e calcarea bianca.
I bambini si buttano subito in acqua anche se risulta torbida, e poi ci incamminiamo sul lato destro e in pochi metri si staglia lei: bellissima e bianca distesa di pietra.
Sembra ci siano stati dei divieti ma è tutto distrutto, quindi tutti entrano impunemente e la scalano senza problemi.
Noi arriviamo alla base e decidiamo di non salire oltre, pur essendo scalzi e attenti.
La ressa per la foto perfetta e la totale incuria delle persone in questo miracolo della natura mi imbarazza, preferisco scendere e guardarla da fuori.
Sogno di vederla vuota, per me dovrebbe essere inaccessibile alle persone o contingentata e regolamentata seriamente.
Se togliete il contorno rimane una delle cose più belle, lucenti e armoniose viste nella mia vita.
Il suo bianco accecante, la pietra modellata come creta dalle onde e dal vento, sembra un’ opera classica. Sono rimasta davvero commossa e turbata, come se qualcuno spegnesse una sigaretta sopra una statua di Canova.
Sosta camper
Area Sosta camper Parking Scala dei Turchi, Michelangelo
Dormiamo in un’area sosta proprio davanti il cuore della spiaggia che si raggiunge attraverso una scala di circa 100 scalini.
L’area è comoda e pulita, se non ve la sentite di risalire a piedi, vi verranno a prendere con un Ape Calessino.
La rampa per salire all’area sosta è piuttosto affossata, quindi è un vero problema per mezzi lunghi con sbalzo come il nostro.
In generale in Sicilia, in molti parcheggi o strade, ci sono dossi e avvallamenti che se hai un certo tipo di mezzo, ti mettono in seria difficoltà.
Valle dei Templi, Agrigento
L’indomani mattina, abbastanza presto ci dirigiamo ad Agrigento alla Valle dei Templi, ultima tappa prima di risalire verso Palermo.
Arriviamo verso le 9.30 e parcheggiamo nel l’unico parcheggio all’Entrata V, ancora non c’è fila ma si formerà poco dopo.
La Valle dei Templi non ha bisogno di presentazioni, è enorme e molto turistica.
Tanti tassisti vi proporranno di portarvi nella parte alta, in modo da poterla percorrere tutta in discesa.
Noi siamo consapevoli che vista l’ora e il quattrenne vedremo poco, visitiamo dunque circa la metà del sito e ci godiamo quello che riusciamo a visitare, fermandoci nel famoso Tempio della Concordia.
Anche qui, avrei preferito visitarla al tramonto, in ogni caso vale la visita sempre, anche con il cielo nuvoloso, come abbiamo trovato noi.
Borgo Parrini
Il nostro viaggio riprende verso Nord. Decidiamo di fare un’unica tirata di circa 2 ore e fermarci poco prima Palermo in un Borgo caratteristico che è di strada.
Parliamo di Borgo Parrini, piccolo e sconosciuto borgo vicino a Partinico che da due anni ha conosciuto un’improvvisa celebrità, grazie alla comunità che ha deciso di investire e cambiargli veste.
Infatti Borgo Parrini è diventato una vera e proprio tappa turistica a prova di foto perfetta.
Il borgo è minuscolo ma è il set perfetto per uno di quegli scatti che piacciono tanto ai social. La piazza con i murales, fontane e muri di mosaici ispirati a Gaudì, frasi emozionali e colori accesi ovunque.
Con un piccolo contributo si possono visitare la biblioteca, le piccole case ristrutturate davvero caratteristiche e fare le foto più colorate che avrete.
Io ho apprezzato la volontà di questa comunità di creare indotto e turismo dove nessuno sarebbe mai arrivato.
C’è anche un “museo etnografico” che diventa villaggio di Babbo Natale o angolo di San Valentino a seconda del calendario.
Imperdibile una visita o un gelato al Caffè letterario.
Forse non stravolgerei i miei itinerari per visitarla ma se siete di strada, ci sta.
Sosta camper:
Dormiamo davanti al mare all’Isola delle femmine vicino Palermo al camping la Playa.
Molto gentili e ben organizzati e anche qui pieni fino all’ultima piazzola
Palermo
La mattina dopo arriviamo a Palermo.
Ci rendiamo conto praticamente subito, dopo aver rischiato un paio di frontali, di incastrarci nelle strade e di litigare con qualcuno, che è il caso di parcheggiare il camper prima possibile.
Sosta camper:
Ci fermiamo al Camper Green Park in via Quarto dei Mille
E’ un parcheggio asfaltato con i servizi in mezzo ai palazzi. E’ sicuramente la soluzione più comoda per visitare la città, é pulito e sicuro e sono tutti gentilissimi.
Palermo è una città caotica e penso che nessuno possa dire il contrario. Il traffico sembra quello di alcune metropoli asiatiche, un po’ anarchico e a tratti pericoloso.
Dopo una settimana di borghi e natura sono investita da un uragano di macchine, persone che vogliono venderti qualcosa, monopattini che ci sfiorano a tutta velocità e sono un po’ sopraffatta.
Palermo è una città bellissima, piena di contraddizioni.
Non credo basti essere turisti per qualche giorno, entrare dentro il mercato di Ballarò, fare qualche foto a ciò che a noi pare caratteristico ma che in realtà è vita vera.
Abbiamo fatto un giro classico del centro storico: i Quattro Canti, Fontana Pretoria, Mercato di Ballarò, la Chiesa di Gesù che consiglio in particolare e anche la Kalsa che è il quartiere più multietnico di Palermo dove trovate diversa street art molto interessante e la famosa Chiesa dello Spasimo, senza tetto.
Siamo stati alla Vucciria, davanti al porto dove c’è un bel parco giochi per i bambini, piazza Marina e ai Giardini Garibaldi per ammirare i grandiosi ficus monumentali.
La Sicilia è stato il nostro primo viaggio in camper post covid fuori dalla Sardegna.
Ha portato con sé il senso inebriante della scoperta.
Nessuna terra credo riassuma meglio un viaggio che ne contiene mille altri.
Suoni di musiche lontane e profumi esotici, cibi che hanno qualcosa di familiare ma sconosciuto allo stesso tempo. Occhi chiari, pelle scura, paesaggi dalle mille forme e colori unici.
Spesso in questa terra, mi è sembrato che la bellezza fosse nelle ferite.
I solchi nella terra, le fratture dell’ arte antica, le falesie delle scogliere, le fessure delle grotte, gli edifici a metà.
Una ferita dalla quale esce una grazia mistica, tanta bellezza ma anche un gran dolore.
Grazie Sicilia, spero di rivederti presto.
Se vi interessano altri itinerari in camper dai un’occhiata al blog.
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