da Ci-Cerchia | Nov 20, 2019 | Ci-Penso
Parliamoci chiaro, un volo di 12 ore e’ oggettivamente impegnativo per tutti.
Figuriamoci per un bambino di meno di due anni e per l’adulto che se ne occupa.
Però si sopravvive e ora ti spiego come.
La scelta del volo
La scelta del volo elimina metà della rogna e tu dirai, grazie alla pera.
Per me vale la pena investire soldi e tempo nella ricerca di voli diretti e con buoni orari.
Se parti per esempio di pomeriggio, prima o poi arriverà il santo momento della nanna, dove si spera i bambini crolleranno qualche ora.
La scelta del posto
Alcune compagnie consentono di scegliere e prenotare i posti in fase di prenotazione, altre successivamente.
Dove possibile, prenota e conferma sempre la culla, e’ piuttosto stretta e regge fino a 12 kl ma può essere d’aiuto in alcuni casi. In particolare, prenotare la culla può aiutarti ad ottenere i posti a sedere dove la culla viene posizionata, che solitamente sono in cima alla fila, consentono uno spazio maggiore per le gambe oltre che di movimento per i bambini.
A tal proposito ti segnalo Seatguru dove, inserendo gli estremi del volo, puoi vedere la conformazione tecnica dell’aereo e tutti i dettagli sui posti.
Dunque bando alle ciance.
Affrontare un viaggio di 12 ore con un bambino piccolo è un impresa che va affrontata su tre fronti:
- Equipaggiamento Tecnico
- Intrattenimento
- Medicine e salute
12 ore di volo con un bambino piccolo: quando il bagaglio a mano diventa fondamentale
Nel bagaglio a mano è fondamentale avere un cambio completo a bambino, a seconda dell’età anche due.
Inoltre è preferibile un cambio base anche per la mamma e/o papà. Sappiamo bene che basta un attimo che il bambino ti imbratti di colori o cibo o nella peggiore delle ipotesi ti vomiti addosso. Perché sì, i bambini vomitano e le statistiche affermano che di solito accade in braccio alla mamma.
Avere un cambio completo nello zaino e’ anche una soluzione di emergenza nella tragica eventualità non arrivino i bagagli. Così, quando arriverai a destinazione stanca, sporca di vomito e senza bagaglio potrai almeno farti una doccia e avere un cambio pulito. Senti a me!
In più nel bagaglio a mano io porto sempre:
- una felpa più pesante, (specialmente in alcuni aerei, c’è un freddo veramente polare)
- calze antiscivolo
- berretto di cotone
- copertina o meglio ancora una pashmina. Io le porto sempre in viaggio di varie grammature, funzionano come sciarpa, coperta, tappeto all’occorrenza.
Quando torno devono essere sterilizzate nell’acido praticamente, ma fanno il loro lavoro.
Nell’attrezzatura tecnica consiglio anche un biberon e i comfort food del tuo bambino, quei biscotti che adora o quella merendina che sogna e che magari non gli concedi mai.
Intrattenimento: che faccio 12 ore con un bambino piccolo in aereo?
Per alcuni potrà sembrare esagerato ma per me è un aspetto fondamentale. Un bambino piccolo solitamente non ha una soglia di attenzione molto alta e non guarda la televisione.
Inoltre spesso non usano neppure i giochi classici che occupano tra l’altro, molto spazio. Allora voi direte embè che mi invento? Uno spettacolo di burattini?
Anche, ma io in questi casi ho un grande alleato: Tiger.
Dico Tiger ma potrei dire una merceria, quello che trovate in casa, una cartoleria ben fornita.
Io mi armo fino ai denti non tanto di giochi, quanto di materiali di vario tipo per intrattenere e inventare attività stile Art Attack, dunque: scotch colorato, colla, ma anche adesivi tridimensionali, finti occhi da attaccare, elastici, stecchini colorati, cartoncini, post-it, pezzi di stoffa e di velcro e chi più ne ha ne metta. Lasciati ispirare e pensa a ciò che incuriosisce maggiormente il tuo bambino e che rappresenta per lui una novità.
Inoltre per me i fondamentali sono :
- Pennarelli lavabili e fogli
- Un pezzettino di didò con annesso coltellino e mini attrezzi
- Qualche pezzo di Lego adatto all’età.
La regola madre e’ ovviamente quella custodire in segreto il bottino fino al momento del decollo e di centellinare i giochi, lasciando per i momenti di crisi e di maggiore noia gli assi nella manica.
Il reparto salute, le medicine
Nel mio kit da volo non possono mancare :
- Tachipirina o Nurofen
- termometro
- spray per il naso
- melatonina.
In volo può succedere di tutto, un mal di orecchio improvviso o qualche altro dolore.
Nel caso invece abbia intrattenuto il pargolo per ore, sia arrivato il momento in cui solitamente va a letto ma sia troppo eccitato o stanco per dormire io gli sparo 6 gocce di melatonina e aiuta, non sempre ma aiuta.
Ecco, credo di aver finito.
Quello che posso dirti al di là di tutti questi consigli e’ che ci saranno voli più fortunati di altri ma la cosa più importante è affrontare il tutto con estremo entusiasmo, anche finto ma fallo, perché è contagioso!
Enfatizzate ogni novità, ogni scoperta e anche se volete soltanto fingervi morti resisteste, 12 ore sono lunghe ma poi passano e tutto viene ripagato, ve l’assicuro.
Per conoscere invece il mio kit di medicinali da viaggio guarda qui
da Ci-Cerchia | Apr 17, 2019 | Ci-Penso
Sulla piattaforma Ig sono incappata su un post e un relativo hastag creato da Bettyconcept, una brava stilista e donna piena di spunti.
#piccolemaniecondivise ha avuto l’effetto di una detonazione, aprendo un varco spazio-temporale che mi ha catapultato nel mio passato fanciullesco. Ho iniziato a ripensare a tutte le piccole manie o anche soltanto le abitudini che avevo da bambina e che nel corso del tempo ho perso o dimenticato.
Ho fatto una riflessione guardando la mia piccola cinquenne che ogni giorno scalpita per trovare il suo personalissimo modo di stare al mondo.
Le manie dei bambini
Tutti i bambini possiedono chi più chi meno delle piccole manie, fissazioni, idiosincrasie, abitudini, possiamo chiamarle in tanti modi. Vi suoneranno dunque familiari cose tipo:
- Dividere i biscotti o i gelati in pezzi e mangiarne solo una parte.
- Camminare dentro i bordi delle piastrelle (la mia per non cadere nella lava 😊)
- Non indossare mai nulla che abbia bottoni ma solo cerniere
- Indossare la stessa maglietta per settimane anche se assume vita propria.
I bambini vivono in questo mondo di tic o trick.
Devo ammettere che anche quando era più piccola ho sempre cercato di arginare questi atteggiamenti, nonostante lei non sia tra le bambine più fissate che conosca.
Ho sempre pensato che queste piccole manie in realtà la imprigionassero dentro condizionamenti futili e atteggiamenti compulsivi e per questo ho cercato di estirparle, nell’illusione di renderla più libera.
Ultimamente però ho riflettuto e fatto autocritica.
Il tempo passa e lei cresce, inizia ad avere i suoi gusti e a fare i suoi esperimenti.
Io la lascio fare ovviamente ma ancora oggi certi gradini mentali mi infastidiscono.
Molto spesso perché fanno oggettivamente schifo, come tutto ciò che riguarda cibo, bevande e pulizia personale.
Molto spesso ancor di più perché ci fanno perdere tempo.
Dunque è tutto un: “muoviti, andiamo, lascia perdere”. Più io le metto fretta più lei rallenta e si incaglia nei suoi pensieri e nelle sue attività.
Tutto questo mi ha costretto a vedere le cose da un punto di vista differente
Sono forse queste fissazioni dei piccoli riti che i bambini è sano e giusto abbiano?
Sono forse delle stanze che arredano per prendere le misure, per trovare sicurezza, per definire se stessi?
E io ?
Io che non solo ho perso ma ho anche dimenticato tutto quello che facevo da piccola come leccarmi le ferite con la lingua, seguire il contorno delle cose e spolverare i biscotti prima di inzupparli nel latte, ecco io sono davvero più libera o solo più condizionata e sicuramente più vecchia?
La mia è una riflessione come spesso mi accade senza assolutismi, sicuramente l’equilibrio sta nel buon senso ma mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e conoscere tutte le vostre piccole grandi manie del passato e perché no anche del presente
da Ci-Cerchia | Mar 5, 2019 | Ci-Penso
Si ok l’ho fatto, ho aperto un blog.
Nonostante l’attenzione media di una persona sul web si aggiri sugli 8 secondi.
Nonostante il mio pudore e la mia reticenza.
Nonostante lo facciamo tutti.
Ma allora perché?
Perché no potrei dire ma mia figlia a ragione risponderebbe: “perché no non è una risposta”.
Ho deciso di creare un contenitore dove conservare tutto, quello che mi piace e quello che mi piace meno.
Ho pensato di popolare una piazza per condividere quello che è utile per me ma potrebbe esserlo anche per qualcun altro.
D’altronde se mi chiedete cosa mi piace davvero rispondo: trovare soluzioni, scrivere e viaggiare.
Ci ho pensato a lungo e probabilmente avrei rimandato in eterno se non fosse stato per alcune persone e per lo slancio che mi hanno regalato.
Devo ringraziare Daniela che mi ha detto: “fallo e basta”. Pazientemente ha ascoltato i miei dubbi, arginato le mie paranoie e seguito il mio flusso di coscienza, facendomi trovare la quadra. Se il blog avesse una madrina sicuramente sarebbe lei, quel raro esempio di donna che preferisce dare invece che avere.
Ringrazio mio fratello che un giorno mi ha detto: “sii prolifica non perfetta “ e con una frase mi ha liberato.
Ringrazio tutti quelli che anche per scherzo mi hanno detto: “ma perché non apri un blog? ”
Mi hanno concesso, involontariamente, la possibilità di crederci.
Siamo agli inizi, ci saranno sicuramente molti errori e molti cambiamenti da fare. Accetto tutto: consigli, suggerimenti e cambi di programma.
Intanto si parte.
Evviva il lupo!
da Ci-Cerchia | Feb 25, 2019 | Ci-Penso
Da madre di primogenita femmina rischio da sempre di incappare nella sindrome del “volevo fare la ballerina”.
Perché si sa no? Una femminuccia vuole essere due cose: una principessa e/o una ballerina.
E, sia inteso, non penso sia sbagliato in assoluto, purché sia netta la distinzione tra il desiderio di un bambino e l’aspettativa di un adulto.
Ormai la questione bambine fragili e rosa confetto dovrebbe essere superata, eppure incredibilmente siamo ancora qui a parlarne.
Dalle bambine e in generale dalle donne ci si aspetta più pacatezza, più “modi”, persino più pulizia.
Il perché una bambina debba sporcarsi meno di un bambino non ci è dato saperlo.
Le femmine sono materne, coccolano i bambolotti e giocano con le tazzine…
Riflettiamo.
Non sono una mamma che vuole fare l’alternativa per forza, anche perché io incarno tutti i cliché legati alla donna.
Sto ancora cercando una briciola di mascolinità dentro di me. Ma non c’è verso: io sono bionda, parcheggio una Smart a fatica, sono capace di piangere e ridere nello stesso identico momento, mi perdo nel mio stesso quartiere e via dicendo.
Però, c’è un però. La consapevolezza di quella che sono l’ho raggiunta col tempo.
Non sono stata cresciuta a determinate condizioni, anzi.
Ho sempre pensato che la vera rivoluzione nell’educazione dei miei tradizionalissimi genitori, sia stata quella di avermi cresciuto con la convinzione di essere abbastanza intelligente per poter essere chi volevo.
D’altra parte con mia figlia non mi sono neppure posta il problema.
Da sempre io e mio marito abbiamo fatto in modo che si sentisse a proprio agio con la sua fisicità. Dentro l’acqua, sopra un albero, correndo in bicicletta e sbucciandosi le ginocchia.
Allo stesso tempo è una bambina con la lacrima facile ( chissà da chi avrà preso 😁), ha paura dei ladri (?!), degli zombie, da sempre odia dormire sola.
Non ho mai voluto avesse i capelli troppo lunghi per comodità e perché è già un impresa asciugarli così corti. In ogni modo, quando li vorrà far crescere non avrò nulla da ridire.
Ho sempre scelto per lei principalmente abiti comodi. In realtà penso sia stata in pigiama per il primo anno della sua vita, con buona pace di tutti quelli che la volevano solo pizzi e merletti.
Quando ha iniziato a chiedermi gonne e vestitini l’ho accontentata, salvo rendersi conto da sola, di non sopportare la calza maglia e optare per un comodo pantalone con sopra la gonna.
Lei è così, ama i combattimenti corpo a corpo e i super eroi, allo stesso tempo adora truccarsi e ha un’ossessione per le paillettes e i glitter ( che io reputo una piaga al pari di un invasione di cavallette in casa).
È una principessa ma anche un drago, ama il rosa ma ha attraversato anche la fase del nero.
Corre, si sporca, abbraccia gli animali ma poi è capace di piangere al ricordo di un peluche perso o prestato 6 mesi prima. Il risultato è un mix esplosivo, sempre in divenire.
Voglio credere sia giusto mostrare ai propri figli la tavolozza delle opzioni, permettere loro di provare tutti i gusti, di inciampare e cambiare idea.
Il bello viene ora però. Tra qualche anno scriverò: calciatori o ballerini?
Vediamo le sorprese che saprà riservarmi crescere un piccolo uomo.
A proposito di draghi: voi lo conoscete Sdentato?
da Ci-Cerchia | Feb 25, 2019 | Ci-Penso
Si dice che le donne spesso siano le prime nemiche di loro stesse. Nel lavoro, in famiglia, sono le prime a giudicare le altre, affossandole se ne hanno la possibilità.
Un tempo non troppo lontano invece, intorno ad ogni donna si diramava una rete fatta di zie, madri, nonne ma anche vicine di casa, sconosciute, capaci di tessere un cuscinetto di protezione nei momenti topici della vita come nascite, morti, malattie.
Esisteva un codice di rispetto e aiuto reciproco, chi non lo seguiva veniva allontanato. Il prezzo da pagare era quello dell’invadenza, ma quello, aimé, credo non sia passato mai di moda.
Le donne prestavano braccia per sorreggere, mani per impastare soluzioni e olio di gomito per lavar via il brutto della vita.
Cosa è successo nel frattempo?
L’ emancipazione ci ha forse fatto credere di poter fare tutto da sole. Quando abbiamo iniziato a sentirci in colpa per aver bisogno d’aiuto, ad alzare muri di sospetto e diventare isole?
Io non mi arrendo a queste risposte
Nel corso della mia vita ho avuto la fortuna di vivere ginecei meravigliosi e io le donne le amo proprio.
Donne che amano le donne
A me le donne piacciono, piacciono proprio.
Non sono amica di tutte ma ho passato e passerei ancora insieme a moltissime di loro del tempo pieno di empatia, auto aiuto e tante risate.
Mi piacciono quelle che parlano solo di smalti e non scendono mai dal tacco 12.
Quelle che non hanno nessuna urgenza di dimostrarsi intelligenti.
Adoro quelle bellissime che non se ne rendono conto e quelle meno belle che sanno rendersi meravigliose.
Le riottose pronte alla guerra in ogni momento, quelle che vogliono molti figli con nomi impronunciabili e quelle che rabbrividiscono solo al pensiero.
Le donne giovani e piene di speranza e le vecchie tutte storie e lamenti.
Ci sono solo tre categorie che proprio non sopporto e sono:
- “le gatte morte”, quelle che appena ti giri si poggiano su tuo marito
- “le vudu'”, che ti sorridono e poi di nascosto conficcano spilloni dentro una bambola con le tue fattezze
- ” le pancine” che indossano monili fatti con la loro placenta o latte materno e nulla, quelle mi fanno proprio paura.
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